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Di grandi talenti il basket jugoslavo nel corso della propria storia ne ha avuti tanti,a partire da meta’ anni 70 fino ad oggi, ma il cammino che spesso porta un talento a diventare un campione e’ sempre tortuoso e pieno di insidie perche’ non tutti riescono sempre a confermare il proprio potenziale soprattutto quando le aspettative sono troppo alte. Ma di enfant prodige la Jugoslavia degli anni 80 ne aveva da vendere e curiosamente nessuno di questi ha deluso le attese… (Kukoc,Divac,Paspalj,Perasovic,Dijordevic,Danilovic,Savic,) e naturalmente Dino Radja. ” Il monello di Spalato” cosi come era chiamato insieme a Toni Kukoc nasce nel 1967 e cresce cestisticamente nel Dalvin, ma e’ ovviamente la Jugoplastika a dargli la chanches di dimostrare tutto il suo valore, e Dino come tutti i grandi talenti della sua generazione non si lascia scappare questa opportunita’. La sua crescita esponenziale gia in giovanissima eta’ permette al club di Spalato di salire sul trono d’europa con la conquista della coppa campioni 1989, impressionando tutti gli addetti ai lavori del vecchio continente. L’anno dopo Radja e la sua Jugoplastika concedono il bis trionfando ancora nella massima competizione europea,Dino dimostra di essere un giocatore completo che sposta gli equilibri anche in campo europeo confermando ancora di piu’ tutto il lavoro fatto negli gli anni precedenti, devastante in post basso unendo spesso movimenti di pura forza ai fondamentali individuali , a tutto questo unisce un raggio di tiro molto ampio caratteristiche che ne fanno gia’ a fine anni 80 il prototipo del giocatore moderno,diventando spesso un rebus per qualsiasi difesa.
Ovviamente tutto questo non passa inosservato ai maggiori club d’Europa pronti a mettere sotto contratto uno dei migliori talenti in circolazione. E come spesso accadeva tra gli anni 80 – 90 e’ l’Italia dei grandi magnati la sua destinazione,perche il gruppo Ferruzzi propietaria della Virtus Roma lo strappa a suon di miliardi alla concorrenza in un progetto ambizioso che doveva portare la citta’ eterna ad ottenere i massimi risultati in ambito nazionale ed europeo. Ma a Roma nonostante la sua immensa classe si deve accontentare di una coppa Korac . in un triennio dal 90 al 93 che vede la societa’ giallorossa spendere e spandere…. in giocatori di grande qualita’ ma non trovando mai quella chimica di squadra che ti permette di arrivare ai grandi traguardi. Finita l’era Ferruzzi Radja a 26 anni ha raggiunto la maturita’ necessaria per il grande salto al di la’ dell’oceano, e sono i Boston Celtics ad accoglierlo cercando di costruirgli a fianco un roster che rinverdisca i fasti della franchigia piu prestigiosa dell’intera NBA . Dino e’ protagonista di ottime stagioni con medie realizzative che si attestano sui 20 punti e quasi 10 rimbalzi di media a partita, ma tutto questo non basta ai Celtics per vedere la luce in fondo al tunnel, a differenza del suo amico Kukoc che al servizio di sua maesta’ Jordan vince 3 anelli NBA consecutivi che lo fanno entrare di diritto nella leggenda. Dopo 4 ottime stagioni Radja torna in Europa giocando da protagonista nelle due squadre piu’ importanti nel panorama Ellenico ossia; il Panathinaikos dove contribuisce a vincere due titoli greci e l’Olimpiakos Pireo il tutto intervallato da un anno allo Zadar Zara. Alla soglia dei 34 anni ritorna in patria giocando prima al Cibona Zagabria per poi chiudere la carriera nella sua Spalato.Con la nazionale prima quella Jugoslava e poi quella Croata colleziona successi a ripetizione
“ANNEDDOTI E CURIOSITA”
Nell’estate 2005 il Real Madrid ha provato a contattare il trentottenne Dino Rađa per offrirgli un contratto, insieme al trentasettenne Tony Kukoc, suo ex-compagno ed amico. L’operazione era stata fortemente voluta dal tecnico del team Bozidar Malikovjc , montenegrino, che aveva già allenato per due anni Rađja a inizio carriera a Spalato. Il giocatore, inizialmente dichiaratosi desideroso di giocare per la prima volta in Spagna in una squadra importante, ha poi rifiutato l’offerta.
Rađja ha partecipato tre volte alle Olimpiadi. A Seoul 1988 fece parte della selezione della Jugoslavia e finì seconda alle spalle dell’Unione Sovietica , mentre quattro anni dopo, a Barcellona 1992 come membro della Nazionale Croata , conquistò una seconda medaglia d’argento perdendo la finale contro il Dream team ad Atlanta 96, infine, si dovette accontentare del settimo posto finale.
Nel 1989 viene scelto come quarantesimo al draft NBA dai Boston Celtics, ma non viene poi effettivamente ingaggiato dalla società, in cui ritornerà quattro anni dopo.